venerdì 17 aprile 2009

Kamakura - sweet intermission

Una volta usciti dal Kotoku-In ci siamo trattenuti a curiosare nella miriade di chioschetti e bancarelle che popolano la strada prefetturale 32. Dal momento che la natura da "turista acquistatore di oggettistica" risiede in tutti noi e non attende altro che sfuggire alla nostra vigilanza per sfogarsi in un'ondata di acquisti colorati e un pò inutili, noi abbiamo sguinzagliato la nostra tra i banchi di questi negozi portando via un pò di tutto: omamori, bambole Daruma (o Dharma), cartoline, una campana di bronzo (bè, forse non di bronzo, ma fa un suono spettacolare: altissimo e sostenuto) ed altre cosettine che solo l'attenta mente di mia moglie Federica può ricordare!
Ricordo anche gli assaggi che i venditori di dolcetti ci offrivano ad ogni passo. Oltre ai classici senbei, che apprezzo pur non essendone un grande fan, mi sono leccato i baffi quando ho provato dei biscotti a forma di Daibutsu (ebbene si, anche se alla fine immagino fossero una forma "turistica" di Dorayaki) ripieni di Anko, la marmellata di Azuki, i famosi "fagioli rossi".
L'italiano può avvicinarsi ad una marmellata fatta di fagioli in maniera titubante, ma posso assicurare che si tratta di una verà bontà se siete - come si dice dalle mie parti - una "bocca dolce"! Credo abbia giocato a mio favore anche il fattore sopresa, ossia il sapere cosa si è mangiato solo dopo l'assaggio ^^
L'immagine in apertura di post rappresenta alcuni negozietti in cui abbiamo fatto i nostri raid e sebbene in foto sembrino un pò grigi, dal vero sono abbastanza vivaci e colorati.

Passeggiando lungo la strada 32 in direzione del mare siamo arrivati al tempio Hase in una decina di minuti, non senza aver fatto un'altra sosta dall'alto tasso glucidico presso il chioschetto che vedete nella foto sotto, dove abbiamo potuto assaggiare una bomba calorica con pochi eguali!

Vedendo alcuni turisti tedeschi che addentavano una sorta di grossa focaccia bianca dall'aspetto invitante (grazie alla pazienza di Shiho siamo riusciti a ricostruire anche il nome, Manju), ci siamo avvicinati al chiosco e abbiamo chiesto alla signora al banco di cosa fossero ripiene. Queste furono le risposte:

1) Carne. Non essendo ora di pranzo abbiamo preferito lasciar testare la cosa ai teutonici avventori, evidentemente dotati di robusti stomaci.
2) "Blueberry". Ah, marmellata di mirtilli.

"Bene" ci siamo detti. Dopo un'overdose di marmellata di castagne, dovuta alla piacevole tendenza giapponese di omaggiare i cambi di stagione valorizzandone tutti gli aspetti, ivi compresi quelli legati alla cucina, un piccolo cambiamento non poteva che essere ben accolto!

Lascio a Federica l'onore di assaggiare la prelibatezza; lei da un bel morso al dolce e - tragedia! - il dolce strabordava di marmellata di castagne!! Ora, per usare un eufemismo, Fede non ama molto la marmellata di castagne. Al me, al contrario, piace, quindi mi sono offerto di far fuori il resto del dolce, ma devo dire che ho avuto le mie belle difficoltà: ci avranno messo dentro almeno un intero vasetto di marmellata!
Nella foto, il chioschetto incriminato. Se la gentile signora vi dice una qualsiasi parola inglese che finisce con "berry"...chiedete una seconda volta!!


Mentre Fede si rifaceva la bocca sgranocchiando senbei, io credo di aver percorso la strada che ci separava dal tempio Hase con una camminata che mi ricorda Joe Cocker! Per fortuna avrei avuto
modo di smaltire gli zuccheri in eccesso con una lunga, lunga passeggiata. La giornata era appena cominciata!
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