martedì 12 agosto 2008

Acquisti (quasi) casuali dal Giappone

Mi sa tanto che ci risiamo. La nostagia selvaggia che nell'ultimo mese mi ha fatto rianimare questo blog sulle orme di Nicola, Kazu e molti altri nippofili, mi ha colpito ancora sotto la cintura.

E' bastato un giretto su Biancorosso Giappone, per farmi venir voglia di portarmi a casa alcune deliziose cosettine...da regalare a Fede, amante come poche della più svariata e colorata oggettistica!

Ecco quindi la scatolina porta caramelle con il motivo di un coniglietto, ecco le formine per gli onigiri e - sopresa! - le alghe Nori per la parte inferiore!

Dite che è grave?

martedì 5 agosto 2008

Eventi e frenesia ad Akihabara

Sebbene anche un luogo postmoderno come Akihabara sia toccato da eventi e feste tradizionali come il Kanda Matsuri, non sarebbe - come lo ha ribattezzato Fede - un paese dei balocchi, se ogni settimana o addirittura giorno non ci fosse un evento tecnologico o mediatico da seguire.

Il giorno in cui siamo passati noi si stava spegnendo l'eco dell'uscita, sul mercato Giapponese, di un videogioco atteso di milioni di appassionati: Final Fantasy 7 Crisis Core per PSP, l'unico gioco che ha permesso alla console portatile di casa Sony un momentaneo sorpasso di vendite nei confronti dello stravincente Nintendo DS. Nonostante fosse quasi passato un mese dall'uscita, tutti i negozi di videogiochi, nonchè di anime e manga avevano esposto un poster del gioco come quello sotto e le vendite della PSP andavano ancora a gonfie vele.



Il Giappone, ed a maggior ragione Akihabara, sono delle perfette macchine di vendita, dove, nonostante l'aspetto caotico dei luoghi e delle comunicazioni (avete visto gli spot pubblicitari?), tutto è studiatissimo per solleticare il bambino affamato di giocattoli o il narcisista che è in ciascuno di noi. E se questo vale per i normali prodotti, figurarsi per ciò che è voluttuario come i videogiochi, gli audiovisivi e la tecnologia in genere.



Nella prima foto che vedete è ritratto l'edificio dove si trova l'Apple Store di Akihabara, quello che ci ha fatto venire voglia di acquistare l'iPod Touch.

La foto non rende l'idea di quanto l'uscita dell'iPod Touch abbia generato un "evento" che ha travolto giapponesi e gaijin nel quartiere. Il cartellone sarà alto 12 metri, oltre ad essere onnipresente in dimensioni ridotte in tutti gli altri negozi generalisti. L'interno del negozio era stipato di merce come tradizione di tutti gli altri negozi del quartiere.

In tutta, e dico tutta, la Electric city non c'era un solo iPod Touch, neanche a pagarlo oro. Questo da l'idea di quanta frenesia sia in grado di generare il battage legato ad un evento ad Akihabara, dove tutto, anche rispetto al resto di Tokyo e del Giappone è iperbolico, esasperato; una vera orgia di suoni e colori, un affiancarsi di schermi al plasma ed imbonitori dotati di megafono che urlano le loro offerte come neppure Sofia Loren quando interpretava in "Pane amore e..."

Uno sguardo alla facciata del Mac Store di Shibuya, sempre a Tokyo, ci fa capire meglio questo aspetto. Facciata spoglia e minimalista, raffinatissima, in linea con il design della mela: la differenza con Akihabara, dove anche l'Apple style deve inchinarsi al rutilante bombardamento dei tecno-gioco-eventi, è evidente.




Ad Akihabara, per quanto siate razionali o parsimoniosi, non potrete evitare di chiedervi seriamente, di fronte ad oggetti anche di dubbia utilità o vecchi giocattoloni della vostra infanzia: "che faccio, lo compro?" E mentre vi allontanate dopo una serie di dolorose rinunce, farete fatica a levarvi dalla testa l'idea che di quegli oggetti avevate bisogno.

Sia benedetta Akihabara. Anzi, sia maledetta. O, ancora, entrambe.

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