Il Giappone, ed a maggior ragione Akihabara, sono delle perfette macchine di vendita, dove, nonostante l'aspetto caotico dei luoghi e delle comunicazioni (avete visto gli spot pubblicitari?), tutto è studiatissimo per solleticare il bambino affamato di giocattoli o il narcisista che è in ciascuno di noi. E se questo vale per i normali prodotti, figurarsi per ciò che è voluttuario come i videogiochi, gli audiovisivi e la tecnologia in genere.
Nella prima foto che vedete è ritratto l'edificio dove si trova l'Apple Store di Akihabara, quello che ci ha fatto venire voglia di acquistare l'iPod Touch.
La foto non rende l'idea di quanto l'uscita dell'iPod Touch abbia generato un "evento" che ha travolto giapponesi e gaijin nel quartiere. Il cartellone sarà alto 12 metri, oltre ad essere onnipresente in dimensioni ridotte in tutti gli altri negozi generalisti. L'interno del negozio era stipato di merce come tradizione di tutti gli altri negozi del quartiere.
In tutta, e dico tutta, la Electric city non c'era un solo iPod Touch, neanche a pagarlo oro. Questo da l'idea di quanta frenesia sia in grado di generare il battage legato ad un evento ad Akihabara, dove tutto, anche rispetto al resto di Tokyo e del Giappone è iperbolico, esasperato; una vera orgia di suoni e colori, un affiancarsi di schermi al plasma ed imbonitori dotati di megafono che urlano le loro offerte come neppure Sofia Loren quando interpretava in "Pane amore e..."
Uno sguardo alla facciata del Mac Store di Shibuya, sempre a Tokyo, ci fa capire meglio questo aspetto. Facciata spoglia e minimalista, raffinatissima, in linea con il design della mela: la differenza con Akihabara, dove anche l'Apple style deve inchinarsi al rutilante bombardamento dei tecno-gioco-eventi, è evidente.
Ad Akihabara, per quanto siate razionali o parsimoniosi, non potrete evitare di chiedervi seriamente, di fronte ad oggetti anche di dubbia utilità o vecchi giocattoloni della vostra infanzia: "che faccio, lo compro?" E mentre vi allontanate dopo una serie di dolorose rinunce, farete fatica a levarvi dalla testa l'idea che di quegli oggetti avevate bisogno.
Sia benedetta Akihabara. Anzi, sia maledetta. O, ancora, entrambe.
2 commenti:
Ho provato Final Fantasy VII Crisis Core, ma non è all'altezza, peccato, se facessero un remake di Final Fantasy VII, anche solo una trasposizione, chissà come schizzerebbero in alto le vendite!!
Nicola: io lo sto provando ora, ci ho giocato solo 5-6 ore e dopo un inizio un pò lento mi pare stia migliorando. Ti farò sapere quando l'avrò finito; sempre che non perda la pazienza prima...sai...sono un tipo da retrogames, un pò antico insomma :-)
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