domenica 5 luglio 2009

Lost&found: come perdersi ed avere in omaggio una sorpresa!

Era circa l'ora di pranzo quando uscimmo dallo Hase Dera, nonostante fosse Ottobre inoltrato faceva un certo caldo, così decidemmo di dirigerci verso la stazione effettuando a ritroso il percorso della mattina. Lungo il percorso avremmo trovato dove mangiare qualcosa e dopo avremmo deciso dove andare. Non possedevamo una mappa di Kamakura, quindi non soprenderà chi ha letto alcuni post precedenti il fatto che a un certo punto non riconoscevamo più la strada!

Una delle guide sul Giappone che ho consultato suggeriva di perdersi spesso, perchè solo così si scoprono angoli che non si immaginerebbero, perchè solo così si scopre la sua anima più generosa e genuina. E se c'è un posto in cui non mi sono pentito di essermi perso quello è proprio Kamakura. Ricostruire il percorso che facemmo è stato piuttosto difficile anche con l'ausilio di Google Maps e Street View, ma paradossalmente avevamo imboccato una strada giusta senza volerlo.



Nella foto, la zona vicino all'incrocio tra la prefetturale 32 (che porta al Daibutsu) e la 311 che conduce vicinissimo alla stazione.
I vari negozi sparsi lungo la via erano un pò aperti un pò chiusi, ed era lontana l'animazione che avremmo trovato per le vie qualche ora più tardi, man mano che il pomeriggio avanzava. Più proseguivamo lungo la 311, più la zona turistica svaniva per lasciar posto ad abitazioni private, con pochissimi negozi di quartiere che coloravano in maniera tenue il paesaggio.



Forse è stato questo ad ingannarci. Dopo aver percorso circa un chilometro, infatti, decidemmo di prendere una traversa alla sinistra, convinti (giustamente) di aver sbagliato strada. Peccato che la traversa ci abbia fatto allungare il percorso per la stazione, che avremmo trovato - del tutto fortuitamente - poco meno di un chilometro dopo!
Svoltammo in un vicoletto vicino ad un luogo chiamato Sasamemachi, molto stretto ma decisamente più pittoresco della 311.



Non ricordo più il numero di volte che cambiammo strada dopo quella svolta, con i vicoli che si facevano più stretti, verdeggianti e in pendenza.
Fu per pura fortuna che dopo aver percorso tantissima strada, sbucammo in una strada più larga, la prefetturale 21, esattamente nel punto in cui svolta per costeggiare il perimetro del grande tempio Tsurugaoka Hachimangu. L'omino di Street View nella parte sinistra della foto indica il punto dove arrivammo, l'ingresso del tempio è visibile al centro della foto.



Rimanemmo esterrefatti dal solenne Torii rosso e dall'incrocio su cui si apriva una larghissima arteria che arrivava fino a dove la vista era in grado di coprire (di fatto fino al mare, per oltre due chilometri). Non sapevamo nulla di questo tempio!



La visione fu uno spettacolo. Il tempio saliva su, inerpicandosi lungo un pendio e preseguendo la linea visuale che partiva dal mare.
Attraversammo il torii e ci avviammo verso il ponte che segnava l'ingresso del tempio. La fame poteva aspettare!

3 commenti:

. ha detto...

Ciaooo
che bello perdersi!!!
Un salutore a te e a Federica
Ciao
T&C

. ha detto...

Ciao Andrea e Federica
ho letto che siete andati in Grecia e mangiato cibi greci!! Sembra una frase ovvia ma a quanto pare non sembra...
La prossima volta che vado in Giappone voglio assaggiare il tipico piatto della cambogia :)))
Pensiamo globalmente mangiamo localmente...questo è il mio slogan
Un caro saluto
T&C

Andrea Castello ha detto...

Ciao Tore, avendo sentito diverse specie di turisti, non è scontanto per niente :-)
Sottoscrivo il tuo slogan, il cibo è uno degli elementi cardine della cultura di un popolo, se non si approfitta per conoscerlo quando si è lì, quando?

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